Prosegue la marcia dell’export ravennate
La piattaforma per gli approvvigionamenti delle imprese
Di Fabiola Licastro*
Nel primo trimestre del 2022, prosegue la marcia dell’export delle imprese ravennati; nel confronto con il corrispondente trimestre dell’anno precedente, il primo scorcio del 2022 si chiude con un +39,7%, accelerando decisamente la corsa, secondo gli indicatori del commercio internazionale, elaborati sulla base delle informazioni provvisorie diffuse da Istat.
Le esportazioni delle imprese ravennati hanno evidenziato, anche nel primo trimestre del 2022, ancora una crescita molto sostenuta e diffusa. In valore, sono salite a quasi a 1.600 milioni di Euro, facendo segnare un brillante incremento; l’aumento tendenziale vale circa 443,3 milioni di Euro in più rispetto all’analogo trimestre dello scorso anno e l’ammontare complessivo risulta in crescita anche rispetto ai precedenti ed equivalenti periodi pre-Covid: le esportazioni ravennati sono state superiori del 40,5%, in termini di variazione percentuale, rispetto all’identico trimestre del 2019, vale a dire quasi 450 milioni in più di quanto realizzato nel 2019. L’ottimo incremento si evidenzia anche rispetto al gennaio-marzo del 2018 (+56,2%) e del 2017 (+55,7%), anni che sono stati molto favorevoli per l’andamento positivo dell’export ravennate.
Inoltre, l’andamento dell’export in provincia di Ravenna è risultato migliore dell’andamento medio del commercio con l’estero rilevato per la regione Emilia-Romagna e per l’Italia, entrambi in brillante modalità positiva (rispettivamente +24% e +22,9%, rispetto al gennaio-marzo del 2021; +28% e +24,6% rispetto al 2019).
Positivo anche l’andamento congiunturale: rispetto all’ultimo trimestre del 2021, il primo del 2022 mette a segno una crescita del valore dell’export pari a +20,5%, dopo la velocità negativa (-3,8%) del quarto del 2021 (rispetto al trimestre precedente), in gran parte fisiologica dopo i più forti recuperi dei primi trimestri. Anche se poi, nonostante ciò, il 2021 si è chiuso con un risultato complessivo molto sostenuto.
In ambito nazionale, Ravenna è tra le province che registrano le variazioni più elevate; nel primo trimestre del 2022, superando la soglia dell’1% dell’export italiano (1,1%), scala la classifica ed arriva al 29° posto nella graduatoria nazionale delle province esportatrici, dopo il 33° raggiunto nel 2021 (era 34esima nel 2019).
Inoltre, in termini di crescita, è fra i i migliori risultati in Emilia-Romagna, seconda dopo Parma (+62,1%), aumentando così la propria quota sul totale regionale al 7,6%.
Alla corsa dei valori delle esportazioni, rilevate a prezzi correnti, hanno contribuito in buona parte anche i forti aumenti di materie prime e semilavorati importati che si sono riversati sui prezzi industriali ed alla produzione dei prodotti esportati, però non nella stessa misura.
La spinta positiva emerge dai principali mercati di sbocco, per quanto riguarda i dati tendenziali. L’Europa si conferma il mercato fondamentale per l’export provinciale e ne detta la tendenza, ma all’andamento positivo del trimestre ha contribuito decisamente un eccezionale incremento dell’export ravennate verso la Danimarca, grazie ad una importante commessa off-shore, collegata agli impianti di estrazione del gas del Nord Europa.
Le vendite sui mercati europei, sfiorando la quota dell’82%, hanno messo a segno un notevole incremento che arriva a +50,1%, rispetto al primo trimestre del 2021. In particolare, le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 hanno confermato e migliorato la tendenza positiva con un ottimo +52,6% e, con il consolidamento della nuova realtà post-Brexit, la quota sul totale è diventata pari a 70,5%. Il risultato nell’Area-Euro restituisce un aumento pari a +27,8%, con una tendenza positiva risultata leggermente inferiore; la quota si assesta al 44,9% sull’export complessivo. Tra i paesi più rilevanti dell’Area, si segnala la Germania, primo partner commerciale, che rimane il paese più importante per le imprese ravennati, assorbendo da solo una quota pari al 14,9% delle esportazioni provinciali.
Seguono Francia e Spagna con quote rispettivamente pari a 8,9% e 5,3%. Le vendite ravennati verso questi tre Paesi proseguono la loro dinamica positiva; per il mercato più vasto, cioè la Germania, la crescita è arrivata al +40,7%, grazie in particolare ai prodotti della metallurgia ed apparecchiature elettriche, a cui segue quella sul mercato francese che è risultata pari a +18,8%, per la maggior parte prodotti della metallurgia e chimici; in deciso rallentamento l’avanzata dell’export sul mercato spagnolo, pari a +2,4% e sono soprattutto prodotti della chimica e macchinari.
Nel primo trimestre del 2022, nell’Unione Europea ma al di fuori dell’Area-Euro, dopo la Germania diventa la Danimarca il secondo partner commerciale delle imprese esportatrici ravennati: con quota che arriva al 10,3% ed una crescita eccezionale, rispetto al primo trimestre del 2021, in virtù di una importante commessa off-shore per gli impianti di estrazione nel paese scandinavo. Ma si tratta di un picco congiunturale, legato a fattori straordinari.
Nell’analisi delle aree di sbocco, tra gennaio e marzo del 2022, con la ripresa dei traffici verso il Regno Unito (+31% e quota pari a 3,1%), si incrementano anche le vendite verso i Paesi europei non Ue post Brexit (+35,8%, con quota 11,1%). Rientrano fra gli andamenti positivi le vendite dirette in America del Nord (+29,4%; quota 7,3%); in particolare in quest’ultima area di destinazione, negli Stati Uniti l’export ravennate prosegue la fase ascendente eccezionale (+43%), verso i quali è indirizzato il 6,8% dell’export provinciale, al quarto posto tra i partner commerciali delle imprese ravennati, dopo la Francia, grazie in particolare a macchinari e apparecchiature ed ai prodotti della chimica.
In espansione ma sottotono, le esportazioni provinciali dirette verso i mercati dell’Asia Orientale (+5%; quota 3,6%), superata molto in velocità da quelle verso il Medio Oriente che invertono il trend (+41%; quota 2,1%); ribaltano la tendenza anche i traffici ravennati delle merci destinate all’Asia Centrale che iniziano a crescere (+33%; quota 0,8%) ed agli Altri Paesi Africani (+15,1%; 0,8%).
Non sfuggono invece al segno negativo i traffici ravennati verso l’America centro-meridionale (-20,1%; quota 1,9%), quelle dirette in Africa settentrionale (-49,1%: quota 1,1%), a cui si accompagna l’Oceania (-7,1%; quota 0,6%). Per l’Asia Orientale, si segnala inoltre il proseguimento dell’andamento in aumento dell’export destinato in Cina, che costituisce l’1,5% del totale, con una accelerata in termini relativi pari ad un +101,9% (in virtù di vendite relative a prodotti chimici e macchinari ed apparecchi).
Precedono la quota del Regno Unito, anche Polonia (5,6%), Spagna (5,3%) e Austria (4,2%); la crescita notevole delle vendite sul mercato polacco e su quello austriaco, in particolare, è divenuta quasi un vero boom (rispettivamente +55,8% e +99%), con il proseguimento di incrementi importanti. In Polonia le imprese del territorio vendono soprattutto prodotti della metallurgia e chimici; l’export verso l’Austria mette a segno una crescita ancora più imponente con la vendita in primis di prodotti della metallurgia e produzioni della chimica.
Espansioni sono stati registrate anche in direzione di altri paesi, come ad esempio le più intense per Romania, Turchia, Grecia, Croazia, ecc…, ma costituiscono tutte quote di mercato sotto al 3%.
Nei primi tre mesi del 2022, le esportazioni delle imprese ravennati verso la Russia in valore sono state pari a circa 21,8 milioni di Euro e, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, sono aumentate del +1,2%; la quota di export ravennate destinata ai mercati russi, si mantiene sull’1,4%, in calo sia rispetto al gennaio-marzo 2021 (1,9%), sia nei confronti dello stesso periodo del 2020 quando era 1,5%. Fra gennaio e marzo 2022, i principali prodotti esportati in Russia sono stati: prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), prodotti alimentari ed i macchinari ed apparecchiature. Per le esportazioni dei prodotti in metallo (esclusi macchinari ed attrezzature) la Russia, con la quota del 24,6%, è il primo mercato di sbocco seguito da Albania (15,2%) e Germania (9,4%).
Le esportazioni delle imprese ravennati verso l’Ucraina, in valore, sono state pari a circa 2 milioni di Euro e, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, sono diminuite del -40,8%.
La quota di export ravennate destinata ai mercati ucraini, si mantiene bassissima sullo 0,1% ed in calo rispetto all’analogo periodo del 2021 (0,3%). Fra gennaio e marzo 2022, sono stati principalmente esportati in Ucraina i prodotti alimentari; seguono i prodotti chimici e le bevande.
Nel contesto di una generalizzata e sostenuta ripresa, per quanto riguarda i prodotti esportati, nel primo trimestre del 2022, il segno positivo ha prevalso nei settori di maggior specializzazione della provincia di Ravenna, ma non tutti, fra i primi tradizionali, hanno messo a segno incrementi, rispetto all’analogo periodo del 2021. Tra le cinque branche di maggior specializzazione tradizionale, realizza ottimi risultati di crescita l’export dei prodotti della metallurgia (+66,3%; con quota pari a 16,7%), in pool position per crescita; seguono quello degli apparecchi elettrici (+49,3%; quota 9,5%) e dei prodotti esportati della chimica (+44%; la cui quota del 20% è la più alta del trimestre).
Tutti e tre vengono però superati, in questo trimestre, dalla punta raggiunta dalla crescita temporanea dell’esportazioni degli altri mezzi di trasporto; per la new entry degli “altri mezzi di trasporto”, in eccezionale espansione nel trimestre e con quota rilevante del 9,9% sull’export complessivo, la quasi totalità è da attribuire alla voce “navi ed imbarcazioni (quasi il 98% del valore del gruppo merceologico) per l’attività offshore dei paesi nordici, ovvero trattasi di una parte di una mastodontica piattaforma per l’estrazione di gas diretta verso la Danimarca. Le esportazioni dei macchinari e apparecchiature e dei prodotti alimentari invece non reggono ed accusano flessioni, anche se più o meno contenute (rispettivamente, -2,9% e -0,9%, e quote 13,6% e 11%). Per i macchinari, è il peso di un aumento dell’incertezza che limita gli investimenti e si tratta di una difficoltà importante, tenuto conto dell’importante quota dell’export provinciale realizzata da questo settore.
Fra gli altri apporti positivi significativi, anche se in settori con quote più ridotte sull’export complessivo, si segnalano i prodotti in metallo (+87,9%), gli altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+42,3%), per la maggior parte “materiali da costruzioni in terracotta” (cioè piastrelle e mattoni) che hanno avuto un ottimo risultato nonostante le difficoltà poste dall’aumento del gas impiegato nella produzione e la difficoltà di approvvigionamento dell’argilla in conseguenza del conflitto in Ucraina; seguono le esportazioni degli articoli in gomma e materie plastiche (+36,6%) e delle bevande (+18,9%).
Più a distanza, le esportazioni di computer, prodotti di elettronica, ottica e apparecchi elettromedicali (+9,4%), della categoria residuale degli “altri prodotti” (+9,4%), dei prodotti tessili (+3,1%) e dei prodotti agricoli (+1,5%).
I risultati nel trimestre sono molto buoni per le vendite all’estero delle imprese ravennati: l’export rimane una leva fondamentale per la nostra economia. Uno scenario su cui però ora incombono la crisi energetica, il conflitto in Ucraina, ed il caro-prezzi, nonché i problemi di approvvigionamento per la mancanza di materie prime e semilavorati e quelli legati alla logistica, tutti fattori molto critici che rischiano di far perdere competitività sui mercati internazionali.
*Responsabile Servizio Studi-Statistica-Prezzi-Protesti-Brevetti e Marchi
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