Gli obiettivi del comitato per l’imprenditoria femminile
di Barbara Naldini*
Il nuovo Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di commercio di Ravenna, insediato nello scorso maggio e guidato dalla presidente Antonella Bandoli, imprenditrice affermata nel settore della comunicazione, ha definito le priorità e le azioni da realizzare nel corso del proprio mandato.
Il Comitato, che resterà in carica tre anni, è stato uno dei primi ad essere costituito nel nostro Paese, fin dalla fine degli anni ’90, ed il suo ruolo è quello di sviluppare iniziative, di avanzare proposte e di tradurre, in progetti ed azioni, le aspettative e le necessità delle donne imprenditrici del territorio ravennate.
Fin dal suo insediamento il Comitato ha delineato il suo campo d’azione individuando alcuni principi guida, declinati poi nel programma di lavoro condiviso dall’ente camerale. Tra questi principi emerge la volontà di definire una visione di lungo periodo che possa favorire un cambio di rotta permanente verso il raggiungimento della parità di genere, migliorare la raccolta pubblica e privata di dati sulla parità di genere, incoraggiare un cambiamento culturale attraverso la promozione di nuovi modelli di riferimento maschili e femminili che vadano al di là dei persistenti stereotipi di genere che impattano uomini e donne nelle società e sul posto di lavoro, e, anche attraverso i media, cambiare la percezione del ruolo della donna nell’economia e nella società a partire dall’educazione nelle scuole e promuovendo un linguaggio inclusivo. Un’attenzione particolare va alle giovani generazioni e alla necessità di introdurre iniziative per favorire la conciliazione, sia maschile che femminile, dei tempi di vita e di lavoro.
Il programma di lavoro definito dal Comitato prevede tra le azioni prioritarie:
• implementare la fruibilità delle informazioni e dei servizi erogati dall’ente camerale, anche attraverso un focus permanente sugli scenari di sviluppo della imprenditoria femminile (analisi, su base sistematica e permanente, dell’andamento e sugli scenari di sviluppo dell’imprenditoria femminile in provincia di Ravenna a supporto delle politiche economiche e dei processi decisionali);
• organizzare seminari tecnici e progetti a sostegno della cultura d’impresa e dello sviluppo del lavoro femminile, ad esempio sui temi dell’accesso al credito, avvio e gestione efficiente d’impresa anche attraverso attività di mentoring, sviluppo di competenze tecniche e trasversali, divulgazione ed approfondimento di opportunità legislative ed economiche, alfabetizzazione sul linguaggio di genere in particolare in ambito aziendale, transizione digitale e innovazione, contrattazione di genere, banche etiche e temi sociali;
• prevedere ove possibile, all’interno delle misure agevolative della Camera di commercio, specifiche premialità a sostegno della imprenditoria femminile;
• approfondire la conoscenza del Fondo Centrale di Garanzia, sezione imprenditoria femminile in collaborazione con le associazioni di categoria;
• candidare Ravenna quale tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, evento nazionale promosso da Unioncamere ed aderire ai progetti di livello nazionale per contrastare la violenza sulle donne, come il progetto Panchine rosse;
• creare percorsi virtuosi di avvicinamento della scuola e dell’Università al mondo del lavoro con particolare riferimento all’imprenditoria femminile.
Obiettivo trasversale quello di operare in sinergia e coordinamento con le istituzioni, le associazioni di categoria e i soggetti che sul territorio si occupano di qualificare il ruolo della donna nel mondo del lavoro, dell’impresa e nella società.
* Servizio Affari generali, promozione e orientamento Camera di commercio di Ravenna
L’osservatorio dell’economia
A fine marzo, la consistenza delle imprese femminili attive in provincia di Ravenna si attesta su 7.191 unità, pari al 21,2% del totale del sistema produttivo locale (21,2% anche in Emilia-Romagna; 22,6% mediamente in Italia). Per quanto riguarda le variazioni nel tempo, i dati della Camera di commercio mostrano che, nel confronto con fine marzo del 2020, la consistenza delle imprese “in rosa” è aumentata di 11 unità. In termini relativi, l’incremento corrisponde ad un +0,2%, rispetto al calo riscontrato per il totale provinciale delle imprese attive, che, in termini di variazione percentuale, hanno subito una flessione complessiva pari a -0,3%, così come le non femminili (-0,4%). Rispetto a marzo dello scorso anno, per le imprese femminili ravennati, riscontri positivi si segnalano, in particolare, nei seguenti settori: Attività manifatturiere (+2%), Fornitura di energia elettrica, gas (+16,7%), Costruzioni (+1,4%), Commercio (+0,7%), Credito (+1,9%), Attività immobiliari (+4%), Attività professionali (+2,8%) ed, infine, Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+5,2%). Per quanto riguarda la forma giuridica, continua la ricomposizione tra il calo delle società di persone e delle imprese individuali, a fronte della crescita delle società di capitale (+3,7%). Con il segno + anche le imprese femminili in forma cooperativa (+1,3%), rispetto al primo trimestre del 2020. Il “peso” delle donne d’impresa, infine, è maggiore per il Comune di Ravenna (23,3%), seguito a ruota da Cervia (23,2%). Con un basso tasso di femminilizzazione si segnalano i Comuni di Bagnara di Romagna (16,6%) e di Cotignola (16,9%).