Segnali di ripresa per l’export
“Nei primi tre mesi dell’anno le vendite oltre confine segnano un +0,6% rispetto all’analogo periodo del 2019”
Prima del Coronavirus, nel 2019 le vendite all’estero della provincia di Ravenna risultavano ancora in crescita, con un andamento soddisfacente nella media dell’anno e che avevano prolungato la fase espansiva avviata nel corso dell’anno 2017, quando addirittura sono stati rilevati tassi di sviluppo a due cifre. L’anno 2020, l’anno dell’inizio ufficiale della pandemia e dell’adozione delle provvedimenti di contrasto, si è chiuso attestando il trend negativo dell’export delle imprese provinciali, con una variazione tendenziale negativa del -13,1%, nel confronto con l’anno precedente, la più ampia dopo quella record del 2009.
Secondo gli indicatori del commercio internazionale e sulla base delle informazioni diffuse da Istat, per l’export ravennate il primo trimestre del 2021 si chiude con un -0,8%, nel confronto con il corrispondente trimestre dell’anno passato. L’acuirsi della pandemia tra la fine del 2020 e l’inizio dell’anno in corso e le conseguenti misure politiche e sociali per il contenimento, hanno frenato le prospettive di una inversione di tendenza: le esportazioni della provincia di Ravenna infatti, tra gennaio e marzo, sono scese a 1.116,5 milioni di Euro, anche se l’andamento negativo risulta in forte rallentamento, presentando un minimo segno meno, prossimo alla stabilità.
Inoltre, l’andamento dell’export in provincia di Ravenna è in contro-tendenza rispetto al commercio con l’estero della regione Emilia-Romagna e dell’Italia, entrambi già virati in modalità positiva: rispettivamente +6,1 e +4,6%, rispetto al primo trimestre del 2020.
Una buona notizia riguarda il confronto con l’anno pre-Covid: la variazione percentuale, rispetto all’analogo trimestre del 2019, risulta di entità modesta ma di segno positivo (+0,6%).
Un’altra buona notizia proviene dall’andamento congiunturale: rispetto al trimestre di chiusura del 2020, il primo trimestre del 2021 mette a segno una crescita delle esportazioni (+11,6%), che tuttavia non è ancora sufficiente per il recupero complessivo ma che potrebbe far ben sperare.
L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per oltre due terzi delle province italiane, tra cui però la provincia di Ravenna non è compresa. Tuttavia, nel periodo considerato, con quasi l’1% dell’export italiano, conferma il 33° posto (rispetto all’analogo trimestre del 2020) nella graduatoria nazionale delle province esportatrici e guadagna due posizioni rispetto all’anno 2020 (era al 35° posto) ed anche una rispetto all’anno pre-Covid (34° nel 2019). Nonostante ciò, Ravenna ha risentito molto del lockdown, anche sotto il profilo del commercio con l’estero: la diminuzione dell’export ravennate l’ha collocata nel penultimo gruppo di quelle province che hanno fatto registrare le performance peggiori ed è ancora in campo negativo.
Dall’analisi degli esiti ottenuti sulle diverse zone di destinazione, emergono note positive sui principali mercati di sbocco e nel complesso del primo trimestre del 2021 i risultati tendenziali non sono ovunque negativi per gli scambi commerciali delle imprese della nostra provincia. L’Europa è il mercato fondamentale per l’export ravennate (quota 76%) e le vendite sui mercati europei hanno messo a segno un incremento del +4,7%, rispetto all’analogo periodo del 2020.
In particolare, le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 (64,6% del totale) hanno invertito la tendenza con un ottimo +10,5%. Migliore il risultato nell’Area-Euro, in marcato aumento grazie ad un +12,6%, con quota 49,1% sull’export complessivo. Tra i paesi più rilevanti si segnala la Germania, primo partner commerciale, che rimane il paese più importante per le imprese ravennati, assorbendo da solo il 14,8% delle esportazioni provinciali; seguono Francia con il 10,5% e Spagna con il 7,3%. E sono proprio le vendite verso i Paesi dell’UE più rappresentativi per l’export ravennate a suscitare maggior ottimismo, per la loro dinamica dal segno positivo che latitava ormai da svariato tempo e che invece per questo trimestre evidenziano incrementi a due cifre. Per il mercato più vasto, cioè la Germania, la crescita è arrivata a +18,3%; maggiore l’avanzata dell’export sul mercato spagnolo (+20,2%), a cui segue quella sul mercato francese che è risultata pari a +13,3%.
Nell’analisi dell’aree di sbocco, rientrano fra gli andamenti positivi le vendite dirette in America del Nord (+17,8%); in particolare in quest’ultima area di destinazione, negli Stati Uniti l’export ravennate inizia la fase ascendente (+19,3%), verso i quali è indirizzato il 6,6% dell’export provinciale, al quarto posto tra i partner commerciali delle imprese ravennati. In espansione anche le esportazioni provinciali dirette verso i mercati dell’Asia orientale (+7,3%), superata in velocità da quelle verso l’America centro-meridionale (+44%) ed anche da quelle dirette in Africa settentrionale (+73,9).
Precedono la quota del Regno Unito (3,3%), sceso al settimo posto come partner commerciale, la Polonia (5,1%) ed i Paesi Bassi (3,9%), che in questo trimestre mettono a segno incrementi, rispettivamente pari a +22,4% e +2,5%. Espansioni sono stati registrate anche in direzione di altri paesi, come ad esempio le più intense per Belgio, Rep. Ceca, Turchia e Grecia, ma sono tutte quote di mercato sotto al 3%.
Tra gennaio e marzo del 2021, a causa del cedimento verso il Regno Unito (-53,6%), sono risultate invece in diminuzione le vendite verso i Paesi europei non Ue post Brexit (-19,2%). Non sfuggono al segno negativo i traffici ravennati verso gli altri Paesi asiatici: verso il Medio Oriente con un -76,8% ( i cui precedenti picchi in positivo erano dovuti a particolari commesse verso il Qatar) e Asia centrale (-4,3%); si accompagnano l’Oceania (-55,3%) e gli altri Paesi africani (-18,6%).
Per quanto riguarda i prodotti esportati, nel primo trimestre 2021, il segno positivo ha prevalso in quasi tutti i settori di maggior specializzazione della provincia di Ravenna: fra i primi cinque solo i derivati della metallurgia continuano la discesa con una ulteriore pesante flessione (-31,5%), in particolare per tubi e condotti in acciaio.
Nella classifica dei principali settori di esportazione delle imprese di Ravenna, nel periodo in esame, i macchinari con il 19,5% occupano il primo posto; seguono, subito a ruota, i prodotti chimici che rappresentano il 19,4% ed i prodotti alimentari che con quota 15,5%, in questo periodo superano il comparto della metallurgia (14%), altro storico settore di qualificazione della nostra provincia sui mercati esteri.
Segue, più a distanza, l’apporto importante delle industrie dei prodotti elettrici, questi ultimi con una incidenza pari a 8,9% sulle esportazioni complessive.
Tra le cinque branche di maggior specializzazione, ottimi i risultati di crescita a due cifre per l’export dell’alimentaristica (+25,8%) e degli apparecchi elettrici (+21,7%); seguono i macchinari ed apparecchiature (+7,6%) ed un piccolo segno più viene realizzato anche dai prodotti esportati della chimica (+0,1%).
Altri apporti positivi si segnalano per le bevande (+3,6%), per gli altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+8,3%), per il tessile (+14,9%) e degli altri prodotti (+11,1%).
Di contro, fanno registrare cali superiori alla media le esportazioni dei prodotti della metallurgia (-31,5%), dei prodotti in metallo (-33%), dei prodotti agricoli (-11%), gli articoli in gomma e plastica (-11,5%) e le vendite all’estero del settore dei computer e prodotti di elettronica (-5,1%).
In un grado di dettaglio maggiore, nel settore Ateco dei prodotti alimentari, si segnala la fortissima avanzata degli oli e grassi (+125,8%), voce che corrisponde al 42,5% del valore del gruppo. Per le apparecchiature elettriche, l’80% riguarda quelle per il cablaggio, cresciute del +40,4%. Per i macchinari, la prima voce del gruppo è quella relativa alle macchine per impieghi speciali, il cui export è aumentato nel trimestre del +17,2%; come quota, seguono le macchine per l’agricoltura e silvicoltura (28,5%) ma la velocità relativa di crescità è superiore (+41%).
Per la chimica, vista la struttura industriale presente sul territorio, non stupisce che la fetta predominante dell’export ravennate del settore riguardi i prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti, ecc.. (70,7%), in crescita del +4,4%. Per la metallurgia, che complessivamente accusa una pesante flessione (-31,5%), al suo interno la componente principale sono i prodotti della siderurgia (nel comparto quota pari al 94%) che risultano di maggior tenuta (+0,8%), mentre si assiste al crollo dell’export dei tubi e condotti, rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.
Considerando i più importanti mercati di riferimento dei settori di specializzazione, i macchinari sono diretti innanzitutto negli USA, in Germania e poi verso la Francia ed i prodotti chimici in Francia, Germania e Spagna.
Per i prodotti alimentari, i più importanti mercati di sbocco della provincia di Ravenna sono in due paesi dell’Unione Europea ed, in particolare, dell’Area Euro e cioè Spagna e Francia, fra cui si inserisce il Marocco.
I prodotti della metallurgia sono diretti principalmente verso il mercato tedesco, polacco e verso la Francia.
Infine, gli apparati elettrici sono diretti principalmente verso i mercati tedeschi, francesi e verso quelli inglesi.
* Responsabile Servizio Studi-Statistica-Prezzi-Protesti-Brevetti e Marchi