Proprietà industriale
il Covid non ferma l’utilizzo degli strumenti di tutela
di Fabiola Licastro*
Lo scenario economico complicato dell’anno scorso, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha fermato gli investimenti delle imprese ravennati per tutelare i propri diritti di proprietà industriale.
In base ai dati relativi ai depositi effettuati per ottenere i benefici esclusivi che conferiscono in ambito nazionale la brevettazione e/o la registrazione di loghi o design, nell’anno 2021 il numero complessivo delle domande è aumentato del +17,8% rispetto all’anno pre-covid e del +21,7% rispetto al 2020, considerando sia i depositi cartacei presso la Camera di commercio di Ravenna, sia quelli telematici con domicilio elettivo (recapito, postale e/o digitale, ove ricevere le comunicazioni ufficiali dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) e di terzi inerenti le domande di privativa depositate) in provincia di Ravenna.
Rispetto al 2020, sull’onda degli scenari economici positivi e della ripresa progressiva delle varie attività, crescono sia i depositi cartacei (+35,2%) allo sportello camerale, sia quelli on-line (+14,7%); rispetto al 2019, a causa della pandemia e dei suoi effetti, l’aumento si riscontra solo per i telematici (+34,5%), ma tutto sommato tengono anche quelli al front-office (-2%) tenendo conto di tutte le cautele ed i distanziamenti sociali obbligatoriamente adottati per il contenimento dei contagi.
Sia nel confronto con il 2019 che con il 2020, si intensificano i depositi complessivi di marchi (rispettivamente +20,8% e +27,9%) ma non quelli dei brevetti (-18,2% e -34,1%).
L’utilizzo degli strumenti per la salvaguardia dei diritti di esclusiva, nel nostro territorio si deve in particolare al sistema delle imprese e la richiesta di protezione di un logo o marchio distintivo, per un prodotto o servizio offerto, prevale in assoluto sul totale dei depositi effettuati nel 2021 (94,6%).
Inoltre in ambito europeo, nel 2020 in piena pandemia, sono stare 33 le domande ravennati di brevetto europeo pubblicate dall’EPO (European Patent Office), l’Ente brevetti europeo.
L’Ufficio Brevetti Europeo, il partner per i brevetti europei di UIBM presso il Ministero dello sviluppo economico), si rivolge a cittadini ed imprese per fornire procedure di applicazione uniformi in materia di protezione dei brevetti in circa 38 Paesi europei e mette a disposizione degli inventori una procedura unica di deposito che è funzionale alla protezione del titolo brevettuale in molti Paesi Europei. Sotto la supervisione del Consiglio di Amministrazione, la sua attività principale consiste nell’esame delle domande di brevetto europeo e nella concessione dei relativi titoli.
Dal 2008 i brevetti nati nella provincia di Ravenna e protetti a livello europeo sono stati complessivamente 343 (con un aumento dal 2008 al 2020 pari a +26,9%) e si devono, anche in questo caso, soprattutto al mondo imprenditoriale. Alla manifattura avanzata è riconducibile una buona quota delle cosiddette tecnologie KET (biotech, fotonica, materiali avanzati, nano e micro elettronica, nanotecnologia e manifattura avanzata), le tecnologie che la Commissione Europea ha definito abilitanti a tutti gli effetti.
Secondo gli ultimi aggiornamenti delle statistiche di Epo Patent Index, le domande di brevetto provenienti dall’Italia nel 2021 sono cresciute del +6,5% rispetto al 2020, pari a 4.919 domande. E del +10,1% nei confronti del 2019 (quando furono depositate all’Epo n.4.469 domande italiane).
Nonostante la pandemia, il tasso di crescita è di nuovo quasi raddoppiato (era +3,4% nel 2020, con 4.619 domande), confermandosi bene al di sopra della crescita media del +2,7% registrata dai 27 Paesi UE.
Senza contare che molti grandi produttori di domande di brevetto (ad esempio FCA del Gruppo Stellantis) non hanno più la sede nel nostro Paese. Per le aziende italiane, il settore dei trasporti (dove sono inclusi i brevetti della filiera automotive) è stato ancora una volta quello trainante per numero di domande (+9,3% sul 2020).
Nella tecnologia medica le domande sono risultate il +16,4% in un anno.
Quattro le regioni italiane che sono entrate tra le prime trenta europee in base alle domande di brevetto all’Epo: Lombardia (12° posto), Emilia-Romagna (18°), Veneto (22°) e Piemonte (30°) ed il Veneto ha registrato la crescita più forte (+7,7%).
Spesso, quando si parla di brevetti, nell’immaginario collettivo si associa una idea generica di genialità ed intuizione; in realtà, chi opera in questo settore (ed in particolare le aziende che effettuano investimenti in Ricerca e Sviluppo), sa perfettamente quale è il lungo ed articolato percorso che occorre affrontare per poter ottenere in Italia la registrazione o concessione dei diritti di Proprietà Industriale. La Proprietà Industriale rappresenta l’insieme dei cosiddetti diritti di possedimento riferiti a beni immateriali che sono comunemente identificati come marchi e brevetti ed è disciplinata in Italia in particolare dall’apposito Codice giuridico; comprende i marchi ed altri segni distintivi, i disegni e modelli, le invenzioni, i modelli di utilità, le nuove varietà vegetali, ecc..
I diritti di Proprietà Industriale si acquisiscono mediante brevettazione o registrazione, come previsto dal Codice; la brevettazione e la registrazione hanno quindi carattere di accertamento costitutivo e danno luogo, se l’iter si conclude positivamente, ai titoli di PI.
La conoscenza e la corretta applicazione delle norme e dei procedimenti previsti dal Codice, dai regolamenti applicativi e dalle circolari ministeriali, possono favorire l’affermazione di una attività imprenditoriale, grazie all’acquisizione ed allo sfruttamento della tecnologia e di strumenti di comunicazione necessari per competere nel mercato di riferimento.
Innovare infatti, significa investire in ricerca, finalizzata alla creazione di immagini, prodotti e procedimenti nuovi e migliori, appetibili alle esigenze di una varia e vasta clientela.
La capacità di differenziarsi dai propri concorrenti e la proposta di soluzioni originali ed attraenti per i consumatori, sono fondamentali per riuscire ad affermarsi sia sui mercati nazionali che su quelli esteri, puntando sulla propria capacità tecnologica e/o sulla immagine commerciale per creare o commercializzare prodotti di successo.
Le competenze tecnologiche e commerciali concorrono a formare il valore di una impresa e possono quindi essere tutelate grazie agli strumenti offerti dai diritti di Proprietà, cioè grazie a invenzioni, modelli di utilità, disegni e modelli e marchi, trasformando così le capacità tecniche e di marketing in un patrimonio immateriale, costituito da diritti di esclusiva.
Innovare significa anche investire tempo e denaro in ricerche originali, per garantire la novità del proprio lavoro; inoltre, produrre e vendere prodotti o servizi protetti da titoli di proprietà industriale serve anche per contrastare il fenomeno della contraffazione e per proteggere adeguatamente la propria immagine commerciale. La conoscenza dei diritti di proprietà industriale e la loro concreta e corretta applicazione da parte delle imprese costituisce quindi la prima linea di difesa dai danni causati dalla contraffazione, fenomeno che continua ad essere un problema di grave impatto, da contrastare con efficaci politiche sia a livello macro che microeconomico: altera infatti le regole di funzionamento del mercato concorrenziale, danneggiando le imprese che agiscono correttamente nella legalità e compromette il sistema economico nel suo complesso perché sottrae posti di lavoro ed entrate fiscali.
*Responsabile Servizio Studi-Statistica-Prezzi-Protesti-Brevetti e Marchi